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L’endotelio è lo strato più profondo della cornea, costituito da cellule a forma esagonale adiacenti l’una all’altra.
La visione di queste cellule ricorda un po’ il nido d’ape. La loro forma esagonale, la distribuzione uniforme ed i margini netti e contigui, sono condizioni fondamentali per lo stato di salute della cornea.
Le cellule endoteliali non si riproducono quindi le cellule che “perdiamo” fisiologicamente non verranno sostituite per rinnovamento cellulare. Ciò comporta seri problemi nel caso di lesioni o danni endoteliali. Se la lesione è lieve, le cellule circostanti tendono a coprire il danno “allargandosi”. Per una serie di fenomeni dovuti alla distribuzione cellulare quindi si ha come risultato una minor densità cellulare.
Nel corso della vita il numero delle cellule cambia fisiologicamente. L’invecchiamento dell’endotelio corneale associato a traumi e/o traumi post chirurgici comportano la perdita di molte cellule tanto da poter indurre un edema corneale.
L’endotelio corneale svolge una funzione di pompa e di barriera tra le diverse strutture. Quando il risultato di queste attività viene alterato, si può arrivare ad un’alterazione della trasparenza della cornea. Le caratteristiche fisiologiche ed istologiche che lo caratterizzano, rendono l’endotelio corneale particolarmente sensibile ad attacchi dovuti ad infezioni, traumi o interventi. Da qui nasce la necessità di monitorare lo stato di salute dell’endotelio corneale.
Vi sono diverse modalità di esame dell’endotelio corneale.
Oltre all’esame in lampada a fessura, ormai un po’ superato, eseguito grazie all’utilizzo di una particolare lente, l’esame può essere effettuato con strumenti “a contatto“ o “non a contatto”. Tutte e due le metodologie di indagine consentono un’analisi morfologica, densitometrica o morfometrica del tessuto.
Il parametro più utilizzato è quello densitometrico, che valuta la densità delle cellule presenti in un’area campione. La conta delle cellule endoteliali consiste quindi nel conteggio di cellule in un’area campione.
Durante l’analisi del tessuto endoteliale un altro aspetto fondamentale è la forma delle cellule. Il pleomorfismo infatti costituisce un’alterazione di forma delle cellule che non risultano essere esagonali. Ne consegue che la caratteristica forma a mosaico non viene mantenuta ed il tessuto endoteliale risulta quindi essere “indebolito”.
Il numero delle cellule varia moltissimo nel corso della vita. Il primo calo di numero inizia nel periodo dall’infanzia all’adolescenza per poi restare indicativamente stabile tra i 20 e i 50 anni e ridursi fisiologicamente dopo i 60.
È necessario sottoporsi alla microscopia endoteliale in caso di:
Oltre ai danni acquisiti (da patologie, traumi, interventi etc.) l’endotelio può presentare danni congeniti e spesso geneticamente trasmessi, come da cornea guttata; pertanto un esame dell’endotelio nel corso della vita potrebbe rilevare informazioni importanti al mantenimento della trasparenza corneale.
L’esame non richiede alcuna preparazione da parte del paziente e viene eseguito ambulatorialmente ed in modo rapido.
Il metodo “a contatto” prevede l’installazione di una goccina di anestetico e quindi il contatto di una piccola sondina sulla superficie oculare che rileva il dato necessario all’esame.
Il metodo “non a contatto” prevede che il paziente resti con l’occhio fermo e spalancato a fissare una mira luminosa mentre l’operatore acquisisce l’immagine.
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